SEPARAZIONE E DIVORZIO: Scopri quali sono le differenze.
“Basta, non si può più andare avanti, lasciamoci”:
è una delle frasi più utilizzate per porre fine ad un matrimonio. Un’illusione, invece, essendo nient’altro che il primo passo di un percorso lungo dettato dai tempi dei tribunali, dalle soluzioni conflittuali o meno che si intendono perseguire e chiaramente dalla capacità del legale a cui ci si affida.
Tale percorso è scandito da tappe obbligatorie di legge, la prima delle quali è la separazione personale dei coniugi. Solo dopo essersi separati legalmente si può chiedere il divorzio, ma non prima che siano trascorsi minimo sei mesi e sempre che nel frattempo non sia intervenuta una riconciliazione.
TU: “Allora non basta la volontà di terminare la relazione?” ( Nel web si usa sempre questo tipo di stilizzazione. )
Purtroppo no! Il matrimonio, infatti, è un “contratto” al quale il codice civile dedica un intero Titolo (gli articoli dal 79 al 230 bis) e per il cui scioglimento è la stessa legge a dettare i presupposti e le procedure da seguire.
TU: “ Quando si può richiedere la separazione?”
L’art. 151 stabilisce che la separazione può essere chiesta quando si verificano, anche indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi i coniugi, fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio all’educazione della prole.
Quali sono questi fatti intollerabili? Una qualunque e imprevedibile ragione che determini incompatibilità insuperabili nella coppia.
In questo scenario, quindi, coloro che siano convinti e determinati a porre fine al proprio matrimonio devono prepararsi ad affrontare 2 tappe necessarie:
- la separazione.
- il divorzio.
La Separazione – Definizione e iter per la domanda.
La separazione è una domanda che i coniugi presentano al Tribunale competente per territorio, tramite avvocato (che può essere comune o di fiducia di ciascun coniuge):
- La domanda di separazione può essere proposta congiuntamene, ed allora verrà definita consensuale;
- in assenza di accordo da uno solo dei coniugi, al contrario, la separazione sarà di tipo
Casi speciali
Vi è altresì la possibilità, solo se sussiste già la volontà dei coniugi di separarsi consensualmente, di ottenerla senza passare attraverso un procedimento giudiziario. Si tratta del deposito di un accordo raggiunto attraverso la negoziazione assistita da due avvocati (uno per coniuge) presso la Procura della Repubblica competente che apporrà il proprio nulla osta.
O, infine, i coniugi, in presenza di un accordo e in mancanza di figli minori, con handicap o non autosufficienti sul piano economico, possono recarsi innanzi all’Ufficiale di Stato Civile per separarsi anche senza l’ausilio di un avvocato redigendo essi stessi un accordo che poi l’Ufficiale trascriverà.
Tu: “La Separazione pone fine al matrimonio?”
La presentazione al Tribunale della domanda di separazione non pone fine al rapporto matrimoniale, ma ne sospende solo alcuni effetti in attesa che lo stesso venga definitivamente sciolto attraverso il divorzio oppure riprenda a seguito di una eventuale riconciliazione.
Nel periodo di tempo che intercorre tra la separazione ed il divorzio sopravvive lo status di coniuge ma non gli obblighi di fedeltà e coabitazione e trovano specifica disciplina aspetti quali i rapporti patrimoniali, il mantenimento del coniuge “debole” e dei figli non autosufficienti, la loro frequentazione, educazione ed assistenza, l’assegnazione della casa, etc.
Durante il periodo che intercorre tra la domanda di separazione ed il divorzio è sempre possibile riconciliarsi anche solo riprendendo la convivenza, oppure attraverso un accertamento giudiziario o un’apposita dichiarazione al proprio Comune di appartenenza.
È bene precisare che una separazione di fatto, senza che vengano seguite le vie legali, espone al rischio di addebiti e colpe successive (con le rispettive conseguenze individuali) ed è quindi una soluzione assolutamente da evitare, quantomeno nel caso in cui si abbia la percezione che il rapporto è realmente giunto al capolinea.
Tu: Come faccio a sapere qual è la migliore strada intraprendere?
Il primo passo è sicuramente affidarsi ad un legale esperto in diritto di famiglia che analizzi il tuo caso specifico e sappia fornirti una consulenza strategica delle azioni da compiere.
Successivamente, con l´ausilio del legale, si potrà valutare se ricorrono i presupposti per una separazione consensuale o se è necessario ricorrere a quella giudiziale:
- Consensuale: si percorre allorquando i coniugi sono concordi su tutte le condizioni di separazione (mantenimento, collocazione e frequentazione dei figli, assegnazione della casa coniugale etc). Tale accordo, sotto forma di ricorso congiunto, deve essere sottoposto – come già detto per il tramite di un legale – all’attenzione del Giudice che è chiamato a ratificarlo previa verifica della conformità dell’accordo alla legge ed agli interessi dei figli di minore età (se presenti). (Ciò eventualmente anche utilizzando l’ulteriore strumento della negoziazione assistita o, in presenza di un accordo e in mancanza di figli minori, con handicap o non autosufficienti sul piano economico, presentandosi innanzi all’Ufficiale di Stato Civile).
- Giudiziale: quando i coniugi non sono riusciti a trovare un accordo complessivo sulle condizioni di separazione o quando non c’è la volontà reciproca di separarsi, l’unica strada da seguire è la separazione giudiziale che comporta costi e tempi maggiori rispetto a quella consensuale. Dal punto di vista procedurale il giudizio viene iniziato con il ricorso che uno solo dei coniugi presenta, tramite il proprio legale, al Tribunale. Il Giudice, letto il ricorso, fissa con decreto la data dell’udienza di comparizione dei coniugi ed impegna il coniuge ricorrente a notificare il ricorso ed il decreto all´altro coniuge che verrà così messo a conoscenza delle ragioni e domande che hanno spinto il proprio partner a rivolgersi alla giustizia; allo stesso tempo il coniuge destinatario della notifica verrà informato della data dell´udienza e della possibilità di depositare le proprie memorie e difese. Qualora uno dei coniugi tenga un comportamento contrario ai doveri che nascono dal matrimonio, l´altro – nel proprio ricorso per separazione giudiziale – potrà chiedere che il Giudice pronunci la separazione con addebito, ovvero una separazione per colpa alla quale vengono legate alcune importanti conseguenze.
Ricapitolando: separazione di fatto, consensuale o giudiziale aprono la strada al divorzio con cui vengono a cessare definitivamente gli effetti del matrimonio, sia sul piano personale che su quello patrimoniale.
Divorzio
Il Divorzio è l’istituto giuridico (disciplinato con l’art.149 del codice civile) attraverso il quale viene sciolto il vincolo matrimoniale. Nel caso di matrimonio concordatario (ovvero celebrato in chiesa) il divorzio viene più propriamente definito “cessazione degli effetti civili del matrimonio”.
Anche per il divorzio si possono seguire due percorsi alternativi in base alla volontà dei coniugi:
- Divorzio congiunto: così come la separazione consensuale anche il divorzio congiunto (o consensuale) inizia con un ricorso sottoscritto da entrambi i coniugi (congiunto) che contiene la propria domanda di divorzio “nonché il loro accordo in materia di affidamento e mantenimento dei figli, mantenimento del coniuge più debole economicamente, assegnazione della casa coniugale e divisione dei beni comuni. Questa soluzione ricorda la separazione consensuale quanto a modalità (necessità di un accordo su tutto, ricorso congiunto al Tribunale e necessità di un legale) nonché tempistiche. Il procedimento si conclude con l’emissione di una sentenza del Tribunale. (Anche in questo caso vi è la possibilità di utilizzare lo strumento della negoziazione assistita o, in presenza di un accordo e in mancanza di figli minori, con handicap o non autosufficienti sul piano economico, la possibilità per i coniugi di recarsi innanzi all’Ufficiale di Stato Civile);
- Divorzio giudiziale: anche in questo caso le somiglianze con la separazione giudiziale sono tante. La domanda di divorzio contenzioso viene infatti proposta con ricorso di uno dei coniugi. In tale ricorso, per la redazione del quale è previsto l´intervento di un legale, il coniuge prospetterà al giudice quali dovrebbero essere le condizioni di divorzio; anche in questo caso il Tribunale fisserà con Decreto la data della prima udienza di comparizione dei coniugi e dei loro avvocati, ed il coniuge ricorrente dovrà notificare il ricorso ed il Decreto all´altro coniuge. Da ciò il Presidente del tribunale avvia un percorso di udienze di comparizione delle parti e di valutazione delle rispettive condizioni per arrivare alla sentenza definitiva di scioglimento matrimoniale. La tempistica media di questo specifico procedimento è lunga e varia a seconda dei tribunali e della complessità delle singole situazioni.
TU: Da dove inizio per risolvere la mia situazione?
Scegli per il meglio
Non devi porti solo questa domanda, ma anche dove vuoi arrivare…
Infatti una separazione o un divorzio mal gestiti comportano gravissimi danni economici ed emotivi negli anni futuri. Ad esempio assegni di mantenimento insostenibili, figli usati come armi di ritorsione contro l’ex coniuge… Credimi ho visto moltissime famiglie rovinate e combatto ogni giorno per far raggiungere accordi soddisfacenti e condivisi da entrambe le parti, perché è l’unico modo per mettere un punto netto e poter ripartire con le proprie vite.
Come prima cosa, voglio che tu sappia che non devi affrontare questa difficile situazione da solo/a. Affidati solo a professionisti. Per realizzare la migliore soluzione per te ed i tuoi figli se presenti, è di scegliere sin da subito di affidarti ad un esperto avvocato matrimonialista con riconosciuta esperienza e competenza in un settore del diritto in continua e repentina evoluzione.
Evita soluzioni economiche che trovi online (definite dall’ordine “offerte – Outlet), perché il tuo caso finirà nelle mani di persone non competenti (pensaci, se lo fossero si farebbero pagare così poco il proprio tempo?) e i loro errori sarai tu e i tuoi figli a pagarli per il resto della vita.
Tu: Quale deve essere il mio principale obiettivo?
Sistemare giuridicamente la fine del tuo matrimonio, preservare il più possibile la serenità tua e dei figli ed evitare che la fretta di chiudere con il passato o la paura di un futuro privo di certezze prendano il sopravvento. Consegnarsi alle mani sbagliate significherebbe mettere a repentaglio tutto ciò in una esasperante ed infinita conflittualità, con conseguenze irreparabili soprattutto dal punto di vista emotivo oltre che economico.
Solo aprendosi con fiducia all’assistenza di un legale esperto puoi ambire, peraltro, a soluzioni eque, indolori e per ricominciare tempi brevi