“Sono cittadino italiano in difficoltà economiche, figlio unico e senza più genitori. Perdendo il lavoro, da un giorno all’altro, mi sono trovato a non poter più pagare l’affitto di casa; pertanto il proprietario dell’appartamento dove vivevo ha avviato immediatamente la procedura di sfratto alla seconda mensilità non versata. È mai possibile che in un Paese come l’Italia si possa finire a vivere per strada?”
Esiste uno strumento, ad essere sinceri di recente creazione, predisposto dal Legislatore ed introdotto nell’Ordinamento giuridico italiano con l’art. 6, V comma del D.L. n. 102/2013 che ha istituito un fondo cui i Comuni ad alta tensione abitativa possono attingere per l’erogazione di contributi in favore di inquilini morosi incolpevoli.
Con il successivo decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14 maggio 2014, all’art. 1, viene fornita la definizione di “morosità incolpevole” qualificandola come “situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canne locativo a ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare”.
Ovviamente sono necessari alcuni presupposti fra i quali:
1. perdita del lavoro per licenziamento ed anche la cassa integrazione;
2. mancato rinnovo del contratto di lavoro;
3. malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato una riduzione del reddito complessivo del nucleo familiare.
Pertanto, colui che si ritrova ad aver subito una considerevole riduzione del proprio reddito per le cause sopra elencate e subisca la notifica di una intimazione di sfratto per morosità, può richiedere di accedere al citato Fondo (non tutti i Comuni vi hanno accesso) richiedendo l’intervento dello Stato (fino ad un massimo di € 8000,00).
È bene precisare che sussistono ulteriori requisiti quali ad esempio:
1. essere titolari di un contratto di locazione ad uso abitativo regolarmente registrato;
2. essere cittadino italiano o europeo o soggetto in possesso di regolare permesso di soggiorno che risiedono in un alloggio oggetto di procedure di rilascio da almeno un anno e rispettino i parametri ISE/ISEE previsti dal decreto (ISE 35.000 euro; ISEE: 26.000 euro).