Rischia l’accusa di tentata violenza sessuale chi invia messaggi telefonici a minore con evidente carattere allusivo o minaccioso. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con sentenza n°19672 maggio 2018 respingendo il ricorso di chi avrebbe voluto difendersi sostenendo che l’aver inviato sms senza alcun seguito concreto equivale a non aver commesso reato. La Corte, al contrario, ha confermato la sussistenza del reato pur nel caso in cui l’evento delittuoso non si sia concretizzato. Non sono rilevanti, insomma, le ragioni che hanno impedito la prosecuzione del delitto: il reato resta
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