Matrimonio: è valido anche per separati in casa

Un matrimonio che va subito in frantumi, ma prosegue per più di 3 anni sotto forma di separazione in casa non è da considerarsi nullo. In questa condizione specifica i coniugi non possono dunque sperare in un annullamento.
Lo ha stabilito recentemente la Corte di Cassazione con la sentenza 30900/2019 nel caso di un marito che aveva ottenuto l’annullamento dal Tribunale ecclesiastico di Perugia sulla base del fatto che “in tre mesi il matrimonio era andato in crisi e lui aveva subito intrapreso una relazione extra e vissuto con la moglie da separato in casa”.
Rilevante osservare che se dal punto di vista canonico questo scenario è stato ritenuto sufficiente ai fini dell’annullamento, così non è per il diritto civile.
Ad avviso della Suprema Corte, infatti, affinché si possa decidere per la nullità del contratto di matrimonio non è sufficiente la parola di uno dei coniugi, ma occorre la posizione di entrambi “al momento della proposizione della domanda di delibazione”, manifestando “inequivocabilmente all’esterno la piena volontà di non considerare la convivenza come un elemento fondamentale integrativo del coniugio ma come una semplice coabitazione”.
In altre parole, per la Cassazione non ha alcuna importanza il dato della infelicità del matrimonio o delle vite parallele, se a parlare di nozze di facciata è solo uno dei coniugi: “Per arrivare all’annullamento – si sottolinea nella sentenza – è necessaria una ricognizione comune ed esteriorizzata della esclusione del carattere coniugale della convivenza”.
Emerge, invece, la contestazione della moglie in questione rispetto alla ricostruzione del marito. Pertanto, la vicenda si conclude confermando che non sono annullabili le nozze durate tre anni anche se tale durata è fittizia, nonché dovuta al desiderio di “…..salvare la faccia”.

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